È il terzo ed ultimo elemento costitutivo della chiamata e rappresenta il dono di sé a Dio. Nasce dalla generosità e dall’amore maturo verso il Signore nella libertà interiore. Mentre il primo elemento dipende completamente dalla volontà di Dio e il secondo dipende da un dono fatto da Dio e dalla buona volontà personale per corrispondere a questo dono, quest’ultimo aspetto dipende, sì dalla grazia che Dio ci da, ma soprattutto dalla generosità personale. L’incontro, per esempio, con il “giovane ricco” del vangelo (Mc 10, 17-30) ce lo conferma.
A volte alcune circostanze possono essere influenti o, addirittura, determinanti per la risposta ma, ricordiamolo bene, il primo interessato affinché la nostra vita arrivi alla meta stabilita, che la chiamata, seminata per amore, attecchisca, maturi e dia frutto è proprio il Signore. Da qui la grande speranza che con il suo aiuto compiremo la missione affidata.
Dio è sempre dalla nostra parte ed è il primo a credere e a “scommettere” su di noi. Per questo motivo ci dona tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per rispondere.
Le Qualità
“Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì” (Mt 25, 14-30). Il chiamato deve avere le qualità necessarie per poter rispondere al Signore e in un buon discernimento questo aspetto costituisce un punto importante per verificare l’autenticità della vocazione. Dio non chiama una persona senza dotarla di quegli elementi che la rendono adatta a seguirlo per essere come Lui. Doni, capacità personali, potenzialità rappresentano un regalo che Dio dà per amore, affinché il giovane sia capace di amare in un certo modo, perché un giovane possa rispondere pienamente alla chiamata ricevuta con la fiducia necessaria di poterlo fare pienamente. Le qualità possono essere fisiche, caratteriali e temperamentali, morali e spirituali. Toccano ogni sfera della persona e, con il tempo, devono crescere e maturare. La guida spirituale deve aiutare ad individuare queste qualità e a far luce nella sfera personale di ogni chiamato affinché la chiamata non rimanga in potenza. Queste abilità si possono seppellire e far sì che rimangano sterili: l’egoismo e la pigrizia sono la calce viva che brucia il terreno. La buona semente muore e il frutto non matura anzi, non crescerà mai. Bisogna tener conto che la formazione può, con un buon metodo e con il tempo, far maturare molto quelle qualità che a prima vista sembravano essere troppo esigue. Nessuno nasce “imparato” ma tutti abbiamo bisogno di applicarci e con gioia affrontare un buon lavoro di maturazione e di trasformazione.